Salemi

Salemi Salemi
Salemi è riconosciuto tra “I borghi più belli d’Italia”. E vorrei ben vedere, direbbe chiunque sia passato a visitare questo gioiello!

Salemi, che si adagia tra il fiume Màzaro e il Grande, con una invidiabile posizione nel cuore della Valle del Belice, in cui poter approfittare di degustazioni di vini e prodotti tipici come la vastedda del Belice e la Zabbina.

Una cosa che molti non sanno è che Salemi è stata la Prima Capitale del Regno d’Italia; sulla torre del suo castello Garibaldi fece sventolare il tricolore e questo onore, durato un solo giorno, è documentato da un prezioso regio decreto custodito nel Polo Museale cittadino. 

Salemi è oggi un paese pieno di storia, di viuzze, di ciottoli, di chiesette affascinanti. Tra i punti di interesse da non perdere sicuramente rientrano il castello Normanno-svevo risalente al 1077 e Piazza Alicia, agorà contemporanea su cui un tempo sorgevano, in ordine, una moschea e l’Ex Chiesa Madre. Anche se è andata in parte distrutta con il terremoto del 1968, il suo fascino decadente rimane immutato nel tempo. 

Merita una tappa anche la Basilica paleocristiana di San Miceli, scoperta nel 1893 da Antonio Salinas su commissione di due mecenati Salemitani. La Basilica, dedicata all’arcangelo San Michele, conserva la testimonianza di un’ex sistema cimiteriale e di numerosi mosaici di cui ancora oggi si possono apprezzare le elaborate geometrie. I toni giallo-rosato della pietra c.d. Campanedda donano un colore unico agli edifici e alle fitte trame urbane del suo centro storico di origine medievale, paradigma di multiculturalità, in cui la cultura ebraica e quella araba hanno plasmato gli antichi quartieri della Giudecca e del Rabato.

La parte più elevata del Borgo custodisce le preziose testimonianze degli ordini religiosi e dell’aristocrazia locale che, col loro pregio storico-artistico, ammaliano lo sguardo. Dai suoi 442 metri s.l.m. Salemi osserva dall’alto della collina su cui è adagiata una vallata in cui si alternano filari di vigneti, giardini, campi di grano, sentieri, mulattiere, torrenti. Per segnare la rottura decisiva con il passato e marcarne allo stesso tempo una continuità, il teatro del Carmine racconta la storia e la cultura del paese, costruendosi sulle rovine dei vecchi edifici e sprofondando nel terreno fino a lasciar vedere il paesaggio agricolo circostante.

Dal versante settentrionale, invece, lo sguardo si poggia sul verde paesaggio di boschi, tra le colline di Filci e di Polizo, dove si trovava un importante centro elimo.

A Salemi, infatti, la natura incontra la Storia: un territorio di bellezze naturali in cui dedicarsi alle attività escursionistiche, attraverso l’esplorazione di sentieri, aree montuose e collinari, coniugandole alla visita delle sue aree archeologiche – di importanza unica per la storia del Mediterraneo -come il villaggio di Mokarta, dove si insediava un abitato tra i più importanti dell’Età del Bronzo con le sue quindici abitazioni circolari, delle capannicole costruite con muri in pietra, e di cui sono state rinvenute anche numerose tombe scavate nella roccia. Cultura, natura e tradizioni che ancora oggi a Salemi ci parlano attraverso la ritualità delle feste, in cui il valore simbolico del pane viene espresso da una cerimonialità dalle radici arcaiche. 

Impossibile infine non citare, tra le ricchezze di Salemi, le sue numerose chiese, come la Chiesa Madre San Nicola di Bari, da cui hanno inizio le celebrazioni per la festa del patrono il 6 dicembre. Oppure la chiesa di San Clemente, affettuosamente chiamata di Sant’Annedda poiché intitolata a Sant’Anna prima di ospitare le spoglie di San Clemente martire. Al 1718 si fa risalire l’ex Oratorio di Sant’Anna, mentre la chiesa di San Giuseppe nel quartiere della Giudecca va ricondotta ai tempi della cacciata degli ebrei in Sicilia. 
Degna di nota anche la chiesa di San Biagio, dove i salemitani si recano il 3 febbraio per rendere omaggio con i tradizionali pani votivi. In questa occasione il pavimento viene ricoperto di foglie di alloro sprigionando per tutta la chiesa un inebriante profumo. 
Se volete conoscere meglio la storia dei pani salemitani, all’interno della chiesa di San Bartolomeo troverete un intero museo dedicato a questa antica e sentita tradizione.

DA NON PERDERE:

  • Il castello Normanno-Svevo
  • L'agorà contemporanea di Piazza Alicia
  • Degustazioni di vini e di prodotti tipici come la Vastedda del Belice e la Zabbina

 

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